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Isola di Bled
Isola di Bled - presentazione
Il lago di Bled
Di origine glaciale, è lungo 2120 e largo 1380 metri. Ha una profondità massima di 30,6 metri ed è un lago di origine tettonica, sorto nell'ultima era glaciale. Da allora il suo aspetto è rimasto immutato sino ai giorni nostri. La conca è riempita dall'acqua derivante dallo scioglimento dei ghiacciai. Il lago non ha
immissari maggiori e viene rifornito di acqua soltanto da alcuni torrenti. Le sorgenti termali sono convogliate in tre piscine situate negli alberghi Toplice, Park e Golf. L'immagine del lago viene resa più pittoresca dall'isoletta nel centro.
Isola di Bled
Secondo la leggenda, l’Isola di Bled, nel cuore della Carniola settentrionale, ebbe origine a causa di una punizione di Dio, perchè la gente disattenta del posto non si preoccupò di proteggere la cappella di Madonna, che si trovava in mezzo ai prati, con un recinto, per cui il bestiame che era a pascolo vi entrava e profanava il santuario. In verità, il lago è di origine glaciale e risale ad all’in circa 13800 anni fà.
La forma attuale dell’isola è opera delle mani dell’uomo, poischè risulta, in base alle ricerche archeologiche, svolte nel periodo 1962–1965, che l’isola fu indubbiamente abitata già nel VII secolo A.C., mentre si può dedurre, in base at altri ritrovamenti, che potrebbe addirittura essere stata abitata nel Neolitico. La scoperta di maggior rilievo di Vinko Šribar, che conduceva gli scavi, fu un cimitero slavo antico di larghe dimensioni, con oltre cento sepolcri, dell’ ottavo e nono secolo dopo Cristo con oggetti che dimostrano l’esistenza di un cimitero antico slavo ovvero di un insediamento dell’ambito del gruppo della civiltà di Koettlach. E’ cosa indubbia, che già in quell’epoca sull’isola c’era un piccolo santuario, dedicato alla nascita di Vergine Maria.
La cappella originale in legno fu probabilmente presto rifatta in pietra, per diventare una piccola chiesetta con la navata rettangolare a soffitto piatto e con la parte dell’altare a semicerchio di forma absidale. Nelle fonti scritte, la cappella viene menzionata per la prima volta nel 1185, quando probabilmente già era a piùnavate. E’ stata fatta allargare dai vescovi di Bressanone, che avevano avuto in donno la proprietà nel 1004 dall’ Imperatore Enrico II, diventando poi proprietari di fatto, con una vasta proprietà nella Valle dell’ Alta Sava, con successivi atti di donazione. Il prevosto dell’isola era nominato dai vescovi, lo sceglievano dai propri ranghi. Di solito si trattava del cannonico piừ anziano della dio cesi. Era suo compito recitare la sacra messa nella chiesa di domenica, durante le feste religiose e due volte durante la settimana. Poichè non era domiciliato a Bled, il suo sostituto era il cappellano a lui subordinato, che veniva in caricato dall’ ordinariato di Bressanone.
Il terriotorrio a sud del fiume Drava apparteneva al patriarca di Akuilea, per cui spesso succedeva, che i vescovi erano in disputa con Akuilea sulla questione dell’isola. La disputa era stata risolta a favore della diocesi di Bressanone per la prima volta verso la metà del secolo XV, ma le dispute andavano anti anche dopo la fondazione della diocesi di Ljubljana nel 1461, fino all’ anno 1688, quando divenne proprietà della diocesi di Ljubljana e al vescovo di Bressanone rimase comunque consentito il diritto dell’ uso delle reliquie pontificali. All’ epoca, il santuario era stato piừ volte ricostruito. Lo stile romanico venne sostituito con lo stile gotico verso la metà del secolo XV, le finestre divennero appuntite, con l’altare trilaterale e il soffitto probabilmente arcato a stella, dipinto con le scene bibliche. L’ edificio così restaurato è stato benedetto nel 1465 dal vescovo di Ljubljana Žiga Lamberg. Dopo il terremoto del 1511 la chiesa venne di nuovo ricostruita e benedetta dal vescovo Kristof Raubar nel 1523. L’edificio in stile barocco di oggi è stato costruito nel 1698, conservando le vecchie mura, di cui sono testimonianza i resti delle aperture gotiche sulla facciata del sud.
Il santuario della chiesa ha una navata rettangolare a forma di vasca e un presbiterio a conslusione piatta, sotto il quale sono conservati i resti del santuario di piừ vecchia data, presentati nel progetto dell’architetto Tone Bitenc. L’accesso nella chiesa è possible attraverso il portico nella facciata ovest, rifatta dall’ ex emporio, menzionato nelle visitazioni degli anni 1601 e 1631, oppure attraverso la porta sud. Nel pavimento della navata si trovano alcuni sepolcri dell’ ottavo e nono secolo. Oltre all’ornamento figurale incorporato nella facciata est, ricordano lo stile gotico anche gli afreschi pittoreschi del presbiterio, che furono di pinti intorno il 1470, opera di un pittore della scuola del Maestro di Mače, che studiò nel laboratorio del Maestro Bolfgang. Per gli afreschi il pittore anonimo si riferì agli schizzi grafici del Maestro E.S. e alla Biblia pauperum olandese di 40 pagine. Le scene che sono state conservate raccontano la storia della Madonna: dal lato nord l’Annunciazione alla madre Anna nella sua dimora e l’incontro di Gioachino con Anna presso la Porta d’ Oro. Sotto si trova il dipinto della Madonna come vergine nel tempio, mentre un Cristo eucaristico si innalza lungo tutta l’altezza sotto l’architettura gotica, accompagnato dagli angeli con gli arnesi per la tortura. Il frammento conservato della seconda parte del ciclo, intravisto sulla parete sud, inizia con le visitazioni di Maria, prosegue con la nascita di Cristo come venerazione di Gesù da parte di Maria e con la Purificazione. Appena sopra la nascita di Cristo si può ancora intravedere un frammento dell’ Annunciazione di Maria, è stato conservato anche il frammento della Presentazione di Maria come frammento conclusivo del ciclo. L’originale altare barocco, fatto presumibilmente intorno il 1465, non è stato conservato, eccetto per la statua di Maria con il Gesù, da ammirare sulla parete nord. L’allestimento attuale è del periodo barocco. L’ altare principale di stile barocco, del 1747 con ricchi decori fa parte della tradizione degli altari del secolo XVII, che sono l’apice della nostra arte dell’intaglio dell’ epoca.
Nella nicchia centrale c’è la statua di Maria, a destra e a sinistra invece, lo scultore ignoto aveva scalpito l’Imperatore Enrico II e sua moglie Cunigunda. Gli altri tre altari in pietra furono fatti nel laboratorio dello scultore lubianese Mihael Cussa, nel 1699. Sono della stessa epoca i dipinti sull’altare, di indole veneziana con le immagini dei patroni dell’altare S. Maria Maddalena sull’altare trionfale a nord e di S. Biago su Quelo a sud. Nella cappella laterale dalla parte settentrionale, construita come Quela a sud alla fine del secolo XVII, si trova l’altare di S. Anna con un dipinto riconducibile al noto laboratorio di Layer di Kranj, mentre l’angelo nell’ attico dell’ altare viene attribuito allo scultore barocco Valentin Vrbnik, che fu anche l’ autore dei due angeli sulle volte degli altari trionfali. La facciata decolativa dell’organo fu fatta nel 1639 nel laboratorio del maestro Pavel Rottemburger. Sull balaostro del coro c’è lo stemma del conte Enzenberg e sulla cima dell’arco di trionfo i due stemmi dei vescovi di Bressanone, Giovanni VIII e Francesco Kuen, che era vescovo nel periodo dal 1680 al 1702. Tra le opere di qualitatà bisogna inoltre menzionale il pulpito barocco e l’armadio della sacristia.
L’attrazione dell’isola per i numerosi visitatori del santuario che continuano ad andarci in pelegrinagio sin dal Medio evo è sicuramente la campana dei desideri, appesa nella torretta sopra il teto della navata. La campana era probabilmente data in dono da uno dei parrocchiani benestanti e fuza da Francesco da Padova nel 1534. Secondo la leggenda, l’ avrebbe fatta fare una signora offrendo i suoi gioielli, per avere un ricordo di suo marito, ucciso dai briganti. Mentre la campana veniva trasportata sull’isola, la barca si capovolse e la campana finì in fondo al lago, da dove ancora risuona nelle notti stellate. La vedova infelice si ritirò in un convento a Roma e il Papa mandò in dono un altra campana; quando si prega la Madonna e si suona la campana, questa esaudisce tutti desideri. La campana più grande era stata fatta nel 1737 nell’officina di Anton Samassa a Ljubljana e pende a lato delle campane dell’officina di Gašpar Franchi nell’ imponente torre vicino alla chiesa. Nella sua parte inferiore la torre rimane gotica. La parte centrale è stata ricostruita dopo il terremoto del 1511, quando subì ingenti danni e venne rifatta provvisoriamente in legno. E’ solo nel 1680, che si intervenne con un attento lavoro di ristrutturazione; a causa di un fulmine, negli anni 1688 e 1782 venne rifatto il tetto, che ancora oggi con serva le sembianze di allora. Da vedere anche la statua, a se stante, barocca di Maria Maddalena e il faro gotico nei pressi dell’ entrata sud della chiesa. L’isola ha subito il maggior numero di interventi nel secolo XVII. Risale a quell’epoca la nota scalinata sud con quasi cento scale, percorrendo le quali saliamo sulla piazzetta centrale con il santuario. Lo aveva fatto erigere nel 1655, l’ amministratore del castello e l’affittuario della proprietà del prevosto Maks Petschacher, il cui nome è scritto sulla lastra in pietra, posta sulla cappella della Madonna. L’isola era meta di continui pelegrinaggi dei credenti, che di solito pernottavano nella casa del prevosto, un’edificio a più piani nelle strette vicinanze della chiesa.
Il piano alto è stato aggiunto nel 1787, per poter ospitare, oltre ai pelegrini, l’amministratore e il prevosto, quando veniva in vista a Bled. Nell’inventario del 1669 l’edificio viene riferito come foresteria e sagrestia, da cui si può dedurre che originariamente era l’abitazione del sagrestano. Nell’inventario del 1721 invece, si fa riferimento all’edificio solo come foresteria, per cui sembra che nel frattempo sia stata costruita una nuova abitazione per il sagrestano, la sagrestia, che si trova vicino alla scalinata principale sotto l’abitazione del prevosto. Dopo il 1707 la sagrestia ospitava anche uno dei due cappellani, mentre l’altro sarà presumibilmente stato fatto trasferire nell’ edificio amministrativo sulla riva del lago, adiacente la casa del prevosto, dove per diversi anni ha trovato domicilio la csuola di Bled. Dopo il 1787 l’edificio ospitava soltanto la scuola. Sulla riva, dietro la chiesa, si trova inoltre un’ altro edificio minore chiamato Eremitaggio. Fu prima construito in legno, prima del 1636, per il sacerdote – eremita Michael Waidmann e ospitò in ordine tutti quei sacerdoti – eremiti che negli anni dopo venivano sull’isola negli anni dopo per cercare la pace e la tranquillità. Non si è a conoscenza del dato, quando la casetta sia stata fatta construire in pietra. L’edificio che oggi vediamo è del 1852, anno in cui il parroco Simon Peharc la fece sistemare per accogliere i pellegrini. E’ dello stesso anno la scalinata in pietra, che ci porta alla riva nord dell’isola, dove si trova tutt’uno con la riva la cappella della Madonna di Lourdes. Possiamo visitare la cappella, oppure decidere di fare una sosta, godendoci il panorama del lago e della imponente scogliera sopra la quale si innalza il castello, che sarà meta della nostra prossima visita.
La leggenda della campana sommersa
La cosiddetta »campana dei desideri« venne fusa nel 1534 a Padova, da Francesco Patavino. Pressappoco in quel periodo al castello di Bled viveva una giovane e inconsolabile vedova. Suo marito era stato ucciso dai briganti e il suo corpo era stato gettato nel lago. Lei mise insieme tutto il suo oro e argento e fece fondere una piccola campana per la cappelletta sull'isolotto. Ma la campana non arrivò mai a destinazione. Una violenta tempesta la fece affondare con il battello e la sua squadra. Ancora oggi, nelle notti chiare, la campana si fa sentire dalla profondità del lago. La disperata vedova dopo questo incidente vendette tutto il suo patrimonio, donò il ricavato per la nuova chiesa sull'isolotto ed entrò in un convento romano, dove visse devotamente fino alla morte. In seguito il papa consacrò una nuova campana e la fece arrivare sull'isola di Bled. A chi suona questa campana e comunica il suo desiderio alla misericordiosa »signora del lago«, vede realizzarsi il suo desiderio. Così racconta la leggenda che comprende sia la saga internazionale sulla campana »affondata« sia la storica nascita idealizzata della »campana dei desideri«.